È gennaio e a Cernusco si continua a nascere

neonato

Buon Anno a tutti! Da poche ore siamo nel 2015, eppure il destino decretato da ASL e Regione Lombardia tre mesi fa non si è ancora compiuto: all’ospedale di Cernusco sul Naviglio si continua a nascere.

Non sappiamo i motivi ufficiali per cui la delibera regionale non sia entrata in vigore dalla mezzanotte di oggi, come previsto. Potrebbe essere semplicemente un rinvio a causa dei tempi di attuazione troppo stretti, oppure – come speriamo – le azioni intraprese dal personale del reparto e da tanti cittadini in questi mesi hanno sortito qualche effetto.

La cosa certa è che anche nell’anno appena concluso il punto nascite ha superato decisamente la soglia di sicurezza di 500 parti stabilita dal Ministero della Salute nel 2010, registrando 552 nascite. Superiore anche a quota 538, citata qualche tempo fa dall’assessore Mantovani come numero di parti previsto a Cernusco per il 2014.

Questo risultato conferma ancora una volta la qualità e le potenzialità del reparto, soprattutto se inserito nel contesto attuale: una curva demografica purtroppo decrescente a livello nazionale che si riflette a livello locale (i parti a Cernusco sono stati 633 nel 2011, 622 nel 2012, 567 nel 2013 e 552 quest’anno, per una media nel quadriennio di 594), e soprattutto la notizia bomba della chiusura del reparto arrivata 3 mesi fa, che ha scoraggiato molte donne dal partorire all’Uboldo. Anche la percentuale di tagli cesarei è migliorata, scendendo ulteriormente dal 26,9% medio del triennio 2011-2013 al 22,4%, circa 6 punti sotto la media regionale.

Attendiamo a questo punto i numeri della Maternità di Melzo per poter fare una valutazione complessiva.

Sia ben chiaro, non si vive di soli numeri. Le statistiche non sono legge. Ma possono aiutare a farle, le leggi. E a farle meglio. I numeri, se correttamente interpretati, possono aiutare a fare le scelte più sensate per il futuro, scelte che possono fare la differenza. La differenza, ad esempio, tra l’avere in Martesana un ospedale pubblico con un punto nascita da 1000 parti annui con standard di qualità che lo facciamo crescere dal primo livello attuale al secondo livello, garantendo maggior sicurezza per mamme e bambini, o non averne nessuno. Perché se Cernusco viene chiuso oggi, Melzo verrà chiuso domani, per i motivi che da quasi tre mesi andiamo raccontando, spiegando e divulgando.

Continueremo a farlo, forti del piccolo grande risultato di oggi, del fatto che anche nel 2015 nel reparto che doveva essere chiuso si continua a nascere.

Risponderemo ai vostri commenti, ai vostri dubbi, alle vostre domande. Vi daremo informazioni che persino chi vi scrive ignorava fino a poco tempo fa. A chi si chiede come potrebbe la Maternità dell’Uboldo sostenere 1000 parti annui risponderemo raccontando di quando negli anni ’80 ne sostenesse 1200, di come e del perché anche dopo la fondazione dell’ospedale San Raffaele abbia continuato a registrarne oltre 600 l’anno con parametri di qualità elevati, che sono valsi commenti entusiasti ed articoli su riviste specializzate.  A chi ancora crede che questa sia una battaglia di campanile, Cernusco contro Melzo, risponderemo ribadendo la nostra stima verso i professionisti capaci che a Melzo lavorano tutti i giorni, ma sottolineando di nuovo i motivi che impediscono a Melzo di poter crescere in quantità e qualità come invece il reparto cernuschese può fare. E lo faremo parlando a tutti i cittadini della Martesana e non solo.

Noi non ci fermeremo, perché questa battaglia è importante. Non si fermerà il Comitato “Salviamo la Maternità”, non si fermeranno i politici e i cittadini che sostengono questa causa e che in 7429 nell’arco di due mesi hanno firmato la petizione per chiedere che il punto nascita dell’Uboldo resti aperto.

Quest’anno è appena cominciato ma vi assicuriamo che ne vedremo delle belle 😉 Buon anno a tutti!

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